21 Novembre 2024

l43-enzo-bianco-130502163246_bigIl sindaco di Catania Enzo Bianco e quello di Torino Piero Fassino hanno firmato ieri a Roma, nella sede dell’Anci,  un accordo tra i due Comuni, per la condivisione di esperienze e soluzioni finalizzate allo sviluppo, alla realizzazione, all’avviamento e alla gestione di sistemi ICT innovativi per la rispettive amministrazioni nonché per avviare insieme un percorso progettuale unitario nell’ambito del Piano Operativo Nazionale per le Città Metropolitane (PON METRO).Il sindaco di Catania Enzo Bianco e quello di Torino Piero Fassino hanno firmato oggi a Roma, nella sede dell’Anci,  un accordo tra i due Comuni, per la condivisione di esperienze e soluzioni finalizzate allo sviluppo, alla realizzazione, all’avviamento e alla gestione di sistemi ICT innovativi per la rispettive amministrazioni nonché per avviare insieme un percorso progettuale unitario nell’ambito del Piano Operativo Nazionale per le Città Metropolitane (PON METRO). In tale occasione era anche presente l’ingegnere Giuseppe Tomaino che ha promosso l’accordo tra le due Città. Questo importante accordo, il primo a livello nazionale tra le città metropolitane, si concretizzerà con diverse modalità: nell’ambito istituzionale con il confronto e raffronto tra le rispettive modalità di attuazione delle riforme amministrative in atto; in ambito applicativo con lo scambio di know-how e di soluzioni individuate per le varie problematiche applicative e di ricerca delle sinergie più opportune; in ambito tecnologico con il raffronto sulle tecnologie utilizzate. Grande importanza verrà data alla pratica di riuso delle soluzioni informatiche così come previsto nel Codice dell’Amministrazione Digitale e che consentirà  al Comune riusante di usufruire gratuitamente degli sviluppi già effettuati dal Comune  cedente, avendo a suo carico unicamente gli oneri di presa in carico conoscitiva e tecnica. I Comuni, nell’ambito del programma nazionale PON METRO, individueranno eventuali aree di intervento comuni ed eventuali ipotesi progettuali condivise, coerentemente con i rispettivi obiettivi prioritari e relativi ambiti di intervento. Gli impegni reciproci dei due Comuni saranno quelli di mettere reciprocamente a disposizione i dati di comune interesse e le esperienze maturate sia dal punto di vista organizzativo che tecnico mediante azioni di supporto tecnico ed operativo e procedure di riuso.
Verranno altresì  promosse iniziative e progetti realizzativi di ricerca e sviluppo, eventualmente anche con il coinvolgimento di altri enti ed istituzioni locali e nazionali, su aree di comune interesse e, in particolare, ad identificare forme di riuso/cooperazione nell’ambito dei propri piani di sviluppo della Società dell’informazione.
Sono anche previsti interventi da calibrare sulle priorità della programmazione comunitaria 2014-2020 come definiti nell’ambito del PON METRO. L’Agenda digitale, volta a colmare ritardi che sussistono rispetto ai paesi europei più attrezzati in questo senso per ciò che attiene sia i cittadini (utilizzo da parte dei cittadini dei servizi digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione risulta ancora piuttosto limitato), sia le imprese (emerge dall’ultimo rapporto della Commissione Europa sullo sviluppo digitale nei paesi membri (dati al 2013), in Italia la percentuale di popolazione che non ha mai avuto accesso al web è ancora del 34% contro una media europea del 20% e che, dei cittadini attivi sul web, solo il 21% usa abitualmente servizi di e-government. Il risparmio energetico, con particolare attenzione alle aree urbane, dove si generano i maggiori consumi sia per scopi civili che industriali  (il dato relativo ai comuni capoluogo rilevato dall’Istat tra gli Indicatori Ambientali Urbani, rappresenta circa il 26% del totale di energia consumata a livello nazionale, con un consumo medio 2012 nelle Città metropolitane per usi domestici di 1.232,5 kWh pro capite, superiore di oltre 64 kWh rispetto alla media riferita all’intero territorio nazionale). La mobilità urbana sostenibile e al trasporto pubblico per l’attenuazione dei nodi legati a deficit strutturali ancora da colmare, in primo luogo per riequilibrare uno split modale per molte città ancora troppo incentrato sull’uso del mezzo privato e sull’impatto che questo genera –per densità e vetustà del parco veicoli – sull’ambiente urbano. La vulnerabilità e disagio abitativo o grave marginalità sociale, considerato che appena il 5,3% delle famiglie italiane può avvalersi di forme di edilizia sociale, pubblica o convenzionata, contro un valore medio europeo che si attesta al 7,7%