22 Novembre 2024

CATANIA – Le nuove frontiere dell’healthcare

Dopo le prime tappe di  Milano, Roma, Bari e Napoli, è arrivato ieri a Catania il Siemens Healthineers Future Summit – Le nuove frontiere dell’healthcare. Un viaggio su tutto il territorio nazionale per fare il punto della situazione sugli investimenti in ricerca e innovazione che, come sistema Paese, ci apprestiamo ad affrontare e su come Siemens Healthineers risponde alle principali criticità emerse nei sistemi ospedalieri e nelle Regioni, quali la mancanza di personale, il progressivo invecchiamento del capitale tecnologico, la difficoltà di reperimento dei materiali entro le scadenze, la necessità di rispondere a sempre più stringenti standard qualitativi.

Come previsto dalla Missione 6 del PNRR, le priorità di intervento per i prossimi anni si concentreranno sul potenziamento delle Reti e presidi territoriali, lo sviluppo del Fascicolo Sanitario Elettronico, l’ammodernamento delle infrastrutture e telemedicina. La direzione intrapresa a livello governativo mostra come un sistema sanitario sostenibile e resiliente non possa prescindere dalla necessità di ripensare i servizi e i processi integrandoli con il digitale, rendendoli efficaci ed efficienti. In particolare, la Missione 6 prevede per la Componente 2 un investimento di oltre 4 miliardi destinati all’ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero[1] che conta ben 3.133 apparecchiature da sostituire perché basate su tecnologie obsolete o perché fuori uso, il potenziamento del livello di digitalizzazione di 280 strutture sanitarie sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello, il rafforzamento strutturale degli ospedali del SSN.

Per Siemens Healthineers, la rivoluzione digitale in sanità va sostenuta sin d’ora con investimenti adeguati nella direzione della creazione di piattaforme tecnologiche e competenze che rendano l’accesso alle terapie più veloce ed equo e consentano di estendere la cura e il monitoraggio al di fuori delle strutture sanitarie. Un percorso che va attivato con urgenza, attraverso un utilizzo oculato delle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ormai abbiamo compreso che per costruire una sanità sostenibile è necessario definire nuovi modelli di assistenza e di erogazione dei servizi che pongano il paziente al centro e con un ruolo attivo nella gestione della propria salute afferma Roberta Busticchi Presidente e CEO Siemens Healthineers. L’altra variabile dell’equazione sono gli investimenti nelle tecnologie del futuro e nella digitalizzazione che possano permettere una gestione olistica, efficiente e sostenibile del paziente. Siemens Healthineers, che ha nel suo dna l’approccio pionieristico all’innovazione nella sanità, si propone di supportare la trasformazione in atto nel settore con un portfolio vastissimo di tecnologie di ultima generazione per migliorare la qualità delle prestazioni e rispondere in modo ottimale alla costante crescita di domanda di salute” .

A questa posizione rispondono le istituzioni ed in particolare il Governo che ritiene che la Telemedicina rappresenti una delle leve fondamentali per ridisegnare la sanità territoriale. I servizi di telemedicina, nella visione del PNRR, rappresentano un formidabile mezzo per contribuire a ridurre gli attuali divari geografici, migliorare l’esperienza di cura per i pazienti, efficientare i sistemi sanitari regionali.

Il Recovery Plan è un’importante opportunità di potenziamento dei servizi al cittadino, poichè consentirà di arrivare nelle aree interne del Paese attraverso un’integrazione intelligente tra servizi ospedalieri, territoriali e sociali: in Sicilia, è previsto un investimento di oltre 320 milioni di euro per lo sviluppo di 39 ospedali di comunità, 146 case di comunità e 49 Centrali operative territoriali. In questo quadro, l’utilizzo delle nuove tecnologie è essenziale per favorire la cooperazione tra gli attori del sistema, non solo per far evolvere l’offerta di terapie e assistenza: per questo, oltre all’acquisto di nuove apparecchiature, oltre 139 milioni di euro sono stati destinati al completamento del programma di digitalizzazione delle DEA I e II.

I risvolti pratici della tecnologia in sanità sono stati affrontati nel Future Summit da Salvatore Vitabile, Professore Associato di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni presso il Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata, Università degli Studi di Palermo; Coordinatore del Corso di Studi Magistrale a Ciclo Unico in Medicina e Chirurgia ad Indirizzo Tecnologico. “Nel futuro, parleremo sempre più spesso di personalizzazione delle cure. Abbiamo già a disposizione dati e tecnologie con capacità esponenziali, su tutte l’Intelligenza Artificiale, che ci consentono di raccogliere ed elaborare in maniera oculata i dati di cui abbiamo bisogno per trasformare la medicina di precisione. Ma la tecnologia è solo una metà di ciò che è necessario: l’altra metà è data dal fattore umano, che opera, da un lato, per rendere i dati affidabili e più facilmente fruibili, dall’altro, per stabilire delle linee guida in grado di garantire un utilizzo etico e sicuro dei dati. Per questo, è sempre più necessario puntare alla creazione di nuove figure professionali in ambito medico-chiurgico, che integrino competenze cliniche e conoscenze tecnologiche, per integrare gli output delle macchine con il processo creativo e intuitivo della diagnosi. È quello che stiamo portando avanti nel Corso di Studi di Medicina e Chirurgia ad Indirizzo Tecnologico dell’Università di Palermo, uno dei primi in Italia che, da questo punto di vista, intercetta i nuovi bisogni formativi del medico-chirurgo del futuro, contribuendo al contempo a creare opportunità per i talenti del Sud.

Nel Summit si è molto discusso di sanità digitale e di quali siano gli ingredienti perchè si affermi. Secondo Pasquale Zamprotta, Head of Sales Digital Servicesdi Siemens Healthineers, “occorrono in prima istanzasistemi di gestione dei dati che creino integrazione dove oggi c’è disgregazione, facilitando l’accesso a questi dati per i pazienti e per il personale che lavora con loro dovunque essi si trovino e li metta a disposizione di sistemi che generino nuove informazioni. È necessario, inoltre,  fare affidamento su una infrastruttura che supporti l‘intero patient journey, dalla visita, al percorso ospedaliero, ai nuovi servizi che abbiamo in remoto. Serve, infine, ovunque la centralità dei clinici. La sanità digitale e la telemedicina non sono un percorso informatico, ma medico. E questo percorso lo dovranno disegnare e gestire le persone con ruoli clinici, dentro così come fuori dalle strutture cliniche e ospedaliere“.

In conclusione per Siemens Healthineers, la digitalizzazione della sanità italiana non può prescindere dalla costruzione di ecosistemi di partner che includano istituzioni, provider sanitari, strutture ospedaliere, società scientifiche, associazioni pazienti, che contribuiscano a rimuovere gli ostacoli burocratici, organizzativi e assistenziali alla richiesta di cure, dando un accesso sicuro e virtuale ai servizi e riducendone i costi.