Nocciole, verso l’IGP siciliana

Michele La Rosa – Verso un marchio IGP della nocciola siciliana. Una indicazione Geografica Protetta che serva a valorizzare la produzione corilicola siciliana, regione che vanta una produzione annua di circa 9.000 ton di nocciole, coltivate su una superficie di 11.800 Ha, principalmente concentrati nelle province di Messina e Catania. A farsi promotore del riconoscimento dell’IGP nocciola siciliana è il progetto operativo del GAL Nebrodi Plus, il Gruppo di Azione Locale che ha sede nel messinese e che opera soprattutto nel comprensorio nebroideo dove si concentra la maggior produzione di nocciole in Sicilia, ma dove da anni si cercano di affrontare le varie problematiche legate alla produzione e alla valorizzazione, al fine di evitare anche l’abbandono dei noccioleti. Ed è stato proprio il Gal Nebrodi Plus a inviare in queste settimana una nota ai sindaci del territorio etneo per informarli e sensibilizzarli a questo progetto. Nell’area etnea storicamente la produzione di nocciole è stata concentrata e maggiormente diffusa tra Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Sant’Alfio, Milo, e zone limitrofe, ma è anche vero che in questa zona etnea già da qualche anno i sindaci si stanno muovendo per avviare la richiesta di riconoscimento del marchio Dop dell’Etna, con un percorso certamente più articolato e comunque più selettivo a livello varietale in quanto punta a selezionare delle cultivar tipiche dell’area etnea. Due iniziative che seppur diverse e parallele confermano l’attenzione che si sta creando intorno all’importanza della produzione di nocciola, peraltro molto utilizzata nella tradizionale arte pasticcera regionale e nella gelateria. Lo stesso Gal Nebrodi Plus a tal riguardo proprio in questi giorni ha avviato delle iniziative di animazione e sensibilizzazione sulle Madonie e sui Nebrodi, coinvolgendo le istituzioni locali. Da più parti si fa il paragone col Pistacchio di Bronte, che grazie all’ottenimento del Marchio Dop e adeguate campagne di marketing è divenuto ormai noto in tutto il mondo e la produzione non riesce a soddisfare la richiesta sul mercato. Etna, Nebrodi, Madonie quindi le zone maggiormente vocate alle coltivazioni di nocciolo, dove però insistono spesso noccioleti di vecchio impianto che richiedono anche costi superiori di gestione e lavorazione. Per le nocciole dell’Etna, sia il marchio IGP e l’eventuale certificazione della Denominazione di Origine Protetta potrebbero dare nuovi input al settore e al territorio già interessato e conosciuto nel mondo per la produzione di vini Doc dell’Etna.