Luca Stagnitta: “Etna Nord non è terra di nessuno e neanche di qualcuno in particolare”

Michele La Rosa
LINGUAGLOSSA – L’Etna sembra destare meno paura in queste ore, ma il fronte delle polemiche sembra inarrestabile. Le immagini dei turisti di giorno 2 giugno che si allontanano dalla colonna di fumo e cenere hanno fatto il giro del mondo oltre che sui social, aprendo anche interrogativi e riflessioni su chi deve gestire, coordinare la sicurezza sul vulcano. Del resto già su queste pagine in inverno lanciavamo l’interrogativo e la riflessione che qui manca un coordinamento, una stazione o un centro in grado di gestire le emergenze, che vanno dalle eruzioni, alla viabilità, alle emergenze per il maltempo o per la neve. Un problema che esiste su tutti i versanti nord o sud che sia, seppur con caratteristiche diverse. Stavolta è il primo cittadino di Linguaglossa ad aprire una riflessione più ampia, Luca Stagnitta , che così interviene sull’evento vulcanico che si è verificato il 2 giugno: “ Tutti gli attori che operano sull’Etna devono prestare la massima prudenza, non solo affidandosi all’indiscussa, alcune volte, esperienza, ma soprattutto attraverso il rispetto delle regole contenute nelle leggi e nelle ordinanze sindacali.
A tal proposito è giusto evidenziare, per ciò che attiene il territorio del Comune di Linguaglossa, l’adozione dell’ordinanza n. 40 del 2024.
Un’ordinanza tipo che collega i limiti di fruibilità agli stati d’allerta emanati dalla Protezione Civile, sulla scorta del sistema Etnas.
Al netto di eventuali violazioni dell’ordinanza, rispetto ai quali sono in corso i dovuti accertamenti, la giornata del 2 giugno ci conferma: la precarietà del cratere di sud est, che insiste nel versante di Etna sud; la bassissima vulnerabilità del punto di arrivo delle escursioni ad Etna Nord, Piano delle Concazze, che nonostante l’importante e insolito evento vulcanico è risultato un sito sicuro per tutti gli escursionisti.
Chiarito questo, concordo con la necessità di avviare un tavolo tecnico tra gli enti e i professionisti interessati che possa rivedere, sia in estensione che in diminuzione, le perimetrazioni di entrambi i versanti. Con l’auspicio che la gestione della vicenda, almeno da parte di chi non è portatore di interessi particolari non sia caratterizzata dal tentativo di porre in cattiva luce un versante piuttosto che l’altro.
Mi rendo conto che a qualcuno la crescita di escursionisti e interesse politico, economico e sociale verso Etna nord possa dare fastidio.
Se ne facciano una ragione, non saranno certo le affermazioni tanto infondate, quanto offensive a bloccare un processo di crescita voluto prima di ogni cosa dai cittadini del comprensorio. Etna Nord non è terra di nessuno e neanche di qualcuno in particolare. È terra di tanti e vuole continuare ad esserlo, ” conclude il primo cittadino di Linguaglossa.
Intanto nelle scorse ore a rilanciare riflessioni, anche con toni polemici , ad esempio così come riporta il quotidiano on line lasicilia.it, Francesco Russo Morosoli, ad della Funivia dell’Etna di Nicolosi, affermando che “quelle immagini sono «un gravissimo danno per il turismo siciliano». Morosoli chiede l’istituzione di «un tavolo tecnico per discutere e migliorare il sistema coinvolgendo tutti gli operatori e per sanzioni durissime per noi operatori: chi sbaglia deve pagare». «C’è – sostiene – chi le regole le segue, come la Funivia dell’Etna e Etna Sud. Invece, Etna Nord risulta terra di nessuno dove vige l’assoluta anarchia. Ancor prima era stato il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, a scrivere ed affermare testualmente nella serata del 2 giugno ” Oggi si è corso un grave pericolo e mi spiace se ne parli poco. Alle 5.30 del mattino ci giunge la chiamata e l’sms inviato dal sistema automatico Etnas: “altissima probabilità di accadimento”. Perché si è consentito di portare turisti in quota? Oggi è stata una giornata di fortuna, solo fortuna ma non si può contare sempre sul caso. Occorre una forte presa di coscienza sui rischi ed occorre INTERDIRE il perimetro individuato dalla protezione civile quando necessita. Non possiamo guardare solo al denaro! Il sistema di preavviso Etnas voluto dal dirigente della protezione civile Salvo Cocina funziona benissimo, a cosa serve se poi non ci sono azioni conseguenziali? A svegliarti di notte o di primo mattino???”
I fatti insomma denotano che occorre rivedere la situazione, se le allerte della Protezione Civile ci sono occorre poi capire chi deve controllare il rispetto delle prescrizioni, delle eventuali ordinanze di divieto a far salire i turisti oltre le quote consentite. Stavolta c’è stata tanta paura, l’Etna fa spettacolo, ma è un vulcano attivo e come tale va considerato. INGV, Protezione Civile, monitorano costantemente il vulcano, ma poi non è facile controllare il rispetto dei vari stati di allerta, delle varie situazioni emergenziali. Qualcuno comunica ai concessionari delle escursioni e alle guide autorizzate i vari alert dello stato di rischio e di emergenza? Chi controlla l’effettivo rispetto dei divieti a non spingersi oltre le quote consentite o la partenza delle escursioni durante gli stati di allerta? Gli stessi Comuni non sempre sono in grado di far rispettare le varie ordinanze comunali che periodicamente vengono emesse con divieti Ma polemiche a parte, forse campanilismi e interessi economici tra i vari versanti sono sempre presenti.