S.S. 120 dell’Etna e delle Madonie, quel progetto dimenticato……per migliorare l’importante strada statale

Code e traffico bloccato a Linguaglossa
MICHELE LA ROSA – Negli anni duemila il progetto di una nuova strada SS 120 era di grande attualità, sopratutto tra il 2004 e il 2010. Un progetto, con più ipotesi progettuali, era all’ordine del giorno in convegni, conferenze stampa, interrogazioni parlamentari. Nel 2006 il sogno sembrava quasi pronto a realizzarsi. Eppure siamo nel 2025 e nulla si è fatto di quel progetto. Eppure su quella stessa strada nel tratto Randazzo Fiumefreddo di Sicilia il traffico veicolare è aumentato in modo significativo, oggi attraversa uno dei più importanti distretti vitivinicoli della Sicilia e un comprensorio ad alta vocazione turistica, ovvero di quel tanto decantato Distretto Turistico Taormina Etna….. poi naufragato anch’esso. Code di tir e autobus turistici percorrono la strada e quei 30 chilometri tra Randazzo e lo svincolo autostradale di Fiumefreddo diventano una tortura per chi la percorre quotidianamente per lavoro. Ma ritorniamo alle cronache dell’epoca, dove tutti i giorni, o quasi, si parlava di ammodernare questa strada, tra chi proponeva tratti di percorso alternativi, curve allargate, passsaggi a livello eliminati, ecc.
In un articolo sul quotidiano LA SICILIA del 20 giugno 2006 il prof. Salvatore Agati, all’epoca sindaco di Randazzo, ripercorreva il sogno di questo progetto e il dibattito che lo circondava: ”
Il sindaco di Randazzo a proposito della Statale 120 scriveva:
In riferimento ai recenti articoli sulla Strada Statale 120, riportanti critiche dall’on. Raiti e dai colleghi sindaci di Linguaglossa e Piedimonte Etneo all’ipotesi di un nuovo tracciato, sento il dovere di fare alcune precisazioni. L’idea di un nuovo e più snello tracciato della Strada Statale 120, che non prevedesse l’attraversamento dei centri urbani di Linguaglossa e Piedimonte, nonché delle frazioni di Passopisciaro, Solicchiata e Rovittello di Castiglione di Sicilia, non è nata come un fungo, così per caso, ma concordata anche con i colleghi Sindaci dei centri vicini negli incontri preliminari del 26 maggio 2004 e del 3 novembre 2004, e nell’incontro più largo del 17 gennaio 2005 a Randazzo. In quella sede, pur giudicando la somma di euro 4.500.000,00 assegnata dal competente Ministero, per interventi di ammodernamento sulla Strada Statale 120, del tutto insufficiente a un adeguato lavoro su tutto il tratto, il senatore Firrarello, promotore del finanziamento, proponeva che lo stesso venisse utilizzato per una nuova progettazione, e suggeriva un incontro urgente al Ministero per le Infrastrutture, proposta che veniva unanimemente accettata dai presenti.
Dopo numerosi solleciti, il Ministero per le Infrastrutture indiceva una riunione per il 15 giugno 2005 alla quale, oltre a Randazzo, partecipavano pure i sindaci dei centri a noi vicini e la Deputazione parlamentare e l’ing. Laganà dell’Anas di Catania. In detta riunione si è ottenuto di operare per come richiesto dalle amministrazione locali interessate, previ accordi con l’Anas che, oltre a manifestare il proprio assenso, assicurava di aver inserito tra gli interventi proposti nell’ambito del contratto di programma triennale 2006/08 il primo stralcio della nuova S.S. 120 tra Fiumefreddo e Piedimonte Etneo, dal Km. 211+400 al Km. 213+800, per una previsione di spesa di euro 37.000.000,00 la cui progettazione doveva essere finanziata con fondi già assegnati al Comune di Randazzo, quale Comune capofila. Dopo varia corrispondenza, e diversi incontri ancora, è stata ottenuta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la possibilità di utilizzare il finanziamento di euro 4.500.000,00 così come segue:
1) redazione progetto preliminare nuovo tracciato S.S. 120: euro 2.659.582.95;
2) redazione progetto definitivo 1° lotto nuovo tracciato: euro 1.490.417,05;
3) intervento di manutenzione tratto traversa interna del Comune di Randazzo euro 50.000,00.
Quanto sopra, previa formalizzazione dei rapporti con l’Anas. Il 29 dicembre scorso, infine, veniva concordato presso la sede Anas di Catania, con il dirigente ing. Giovanni Laganà, lo schema di convenzione, ora trasmesso al competente Ministero che l’ha già approvato e la cui sottoscrizione dovrebbe avvenire non appena arriverà lo “sta bene”. Questa, per grandi linee, la cronistoria di un progetto veramente alternativo e, sicuramente, anche migliorativo rispetto alla situazione attuale in cui, per percorrere appena una trentina di chilometri, da Randazzo all’imbocco del casello autostradale di Fiumefreddo, o viceversa, soprattutto dalle 7 del mattino alle 9 di sera, s’impiega non meno di un’ora. E questo non solo per il percorso tortuoso, ma anche per i numerosi passaggi a livello che in più punti (almeno cinque) intersecano la Statale 120 nel suddetto tratto. Statale che, essendo densamente antropizzata, con numerose case e ville antiche ai margini del suo percorso, e quindi da rispettare, non consentono tutti quei lavori di ammodernamento necessari ad un suo snellimento.
Ed invece, ma solo per indicare la più facile alternativa all’attuale percorso della 120, utilizzando il tratto dell’attuale strada panoramica dell’Etna Settentrionale, la cosiddetta “Quota 1000” che – opportunamente rivisitata e resa più agibile anche per il traffico pesante -, innestandosi dalla S.S. 284, ad ovest di Randazzo, conduce sino a Linguaglossa, creando un nuovo tratto che da quest’ultima cittadina conduca sino a Fiumefreddo, snellirebbe certamente il percorso riducendo, e di molto, i tempi di percorrenza. Cosa, questa, che non mortificherebbe affatto le varie cittadine della zona, le quali sarebbero collegate alla nuova Statale 120 da apposite bretelle, in modo che, chi volesse, potrebbe benissimo scegliere di effettuare anche il percorso attuale per visitarle ed ammirarne le bellezze. Pensiamola questa nuova strada. Se le cose nuove non vengono ideate, pensate e progettate, è chiaro che non verranno realizzate mai. E questo, senza dover affatto distruggere quanto di bello e di buono c’è già. Ma cercare di migliorare è un obbligo.
Per non perdere la speranza. Sì, perché a spendere, anzi a sprecare, la somma di 4.500.000 di euro nell’attuale percorso, non si potrà mai più cullare neppure la speranza di una nuova strada che dia alle nostre popolazioni la possibilità di uno sviluppo al passo con i tempi. E infine, circa il costo complessivo dell’opera e la possibilità per il relativo finanziamento. Ci si rende conto che non è cosa facile. E però bisogna fare di tutto per ottenerlo. Difficile, anzi difficilissimo, senza la necessaria unione di quanti hanno a cuore questa nostra meravigliosa terra che si staglia tra l’Etna e il Mar Jonio. Se invece, si dovesse verificare una unità di intenti tra tutti i soggetti della zona – forze politiche, sindacali, sociali, rappresentanti degli Enti Locali, deputati, senatori, e popolazioni principalmente -, nessuno, sì, nessuno potrà negare un nostro sacrosanto diritto, e cioè il diritto a non rimanere, per l’eternità, marginali rispetto alle altre parti del mondo.
Salvatore Agati, sindaco di Randazzo

Fin qui una sintesi delle cronache dell’epoca. Vero è che dal 2010 le speranze sono svanite totalmente, oggi non ne parla più nessuno, eppure è una delle strade statali più interessanti della Sicilia, collegando lo Ionio alle Madonie e nel tratto Randazzo- Fiumefreddo di Sicilia c’è stato un importante sviluppo socio-economico, difatti lungo l’arteria ci sono molte cantine, vari stabilimenti industrali, molte attività turistiche. Oggi attraversare il centro abitato di Linguaglossa non sempre è facile e immediato. Oggi incappare dietro un autobus o autocarro è facile e significa fare 30 chilometri in coda e 1 ora di viaggio, se va bene, tra la città medievale randazzese e Ponte Boria. A parte i progetti dimenticati l’Anas non sempre esegue gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza in tempi rapidi, basti pensare il tratto franato in curva nei pressi di Solicchiata che ormai c’è da molti mesi.
Probabilmente è giunta l’ora di riaccendere i riflettori sull’argomento, di riaprire il dibattito e di ipotizzare un progetto attuale per una SS 120 in grado di garantire un transito veloce, facile, in grado di supportare le esigenze del territorio e degli operatori economici, delle comunità. Che siano i sindaci, i deputati del territorio, i comitati promotori, forse è giunta l’ora di rivendicare un sistema viario adeguato al territorio di oggi.