Il Friuli dice no alla sperimentazione e coltivazione del Ribolla in Sicilia
– Michele La Rosa – Dal Friuli scatta il fronte del No. Gia’ presentata pure una interrogazione al Senato. I produttori vitivinicoli friuliani non vogliono che nella nostra isola si proceda a coltivazioni di questo vitigno. Da tempo gira voce che alcuni imprenditori vitivinicoli siciliani stiano sperimentando la coltivazione di questo vitigno per valutare possibili future produzioni. Il Ribolla gialla è un vitigno a bacca bianca autoctono del Friuli-Venezia Giulia, della Slovenia e di Cefalonia, nelle isole Ionie. Di recente sta ottenendo un ottimo successo e si pone come valida alternativa al più conosciuto prosecco. A lanciare l’allarme, se così può definirsi, l’imprenditrice della grappa Giannola Nonino dopo che si è diffusa la notizia di una sperimentazione avviata in Sicilia sulla spumantizzazione della Ribolla gialla. Si teme un altro caso Tocai (dal 2008 tale denominazione è riservata al vino ungherese Tokaj dopo una lunga querelle mentre il quasi omonimo vino italiano è stato ribattezzato Friulano). “Stiamo lavorando da mesi per difendere la Ribolla – dichiara Dario Ermacora, presidente Coldiretti Fvg – che è una alternativa di qualità al Prosecco e ha un futuro tutto da costruire”. Sulla vicenda è intervenuto pure l’assessore regionale all’agricoltura Cristiano Shaurli: “La Ribolla è perfettamente tutelata. La Doc si può fare solo in Friuli Venezia Giulia. Impossibile che venga fatta altrove, quantomeno a breve termine”. E’ fondamentale preservare il luogo di coltivazione del vigneto in Friuli. “La Ribolla è nostra, se piantata altrove mina la nostra eccellenza” dice Marco Zullo, portavoce del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo, e continuando così come scrive sul proprio sito web – ” Innanzitutto va fatta una precisazione: quando si parla di Ribolla, si parla di una tipologia di vitigno, non di un prodotto tutelato, dunque bisogna evitare il parallelismo con il furto del Tocai. Paragoni sbagliati non portano da nessuna parte.
Le caratteristiche del vino bianco Ribolla sono di fatto direttamente collegate al vitigno autoctono, che viene esclusivamente coltivato in Friuli Venezia Giulia. Le due zone più rinomate per la produzione del Ribolla sono il Collio e i Colli Orientali; da qui si evince come la sperimentazione avviata in Sicilia non abbia senso; i timori di chi vede in questa sperimentazione i primi passi verso una produzione nell’isola possono rivelarsi fondati ed è per questo che bisogna intervenire immediatamente. La Ribolla è un vitigno autoctono della nostra regione, un vino rinomato e una nostra eccellenza che si sta affermando su mercato per alta qualità. Dobbiamo preservare il luogo di coltivazione del vigneto in Friuli, senza nuovi impianti in altri territori e far di tutto per evitare che le produzioni in altri territori possano minare il buon nome della ribolla friulana.
La ribolla è nostra, se la piantiamo altrove mina la nostra eccellenza.
L’Italia è un Paese che ha la fortuna di avere un’ottima varietà di vitigni ed è giusto che ogni territorio valorizzi i propri. Fondamentale è intervenire ora, il vitigno deve essere assolutamente tutelato. Sono pronto a portare il caso in Parlamento europeo se necessario.
“La Sicilia sull’Etna ha diversi vitigni autoctoni che per acidità si prestano alla spumantizzazione. Non si capisce perché vogliano proprio tentare con la nostra Ribolla».O meglio lo si capisce bene: la Ribolla gialla sta replicando il successo del Prosecco ed è per questo un business da cavalcare soprattutto all’estero.Oggi la Ribolla è una grande occasione per il Friuli Venezia Giulia ” afferma alla stampa fiuliana il presidente di Coldiretti Dario Ermacora ritenedola una valida alternativa di qualità al Prosecco”. Al coro di protesta si aggiunge pure Manlio Collavini, grande produttore di Ribolla Gialla. Giù le mani dalla Ribolla gialla. Giù le mani da uno dei vitigni che amiamo di più. Non facciano i politici e addetti alla viticoltura gli errori che a suo tempo abbiamo fatto con il Tocai.Proteggiamo subito la nostra produzione. Facciamo in modo che non possa essere coltivata all’impazzata ma limitata alle zone vocate”. E come se non bastasse il caso approda al Senato e si chiede l’intervento del Ministro alle Politiche Agricole, che riportiamo qui di seguito.:
Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-07613
presentata da
giovedì 1 giugno 2017, seduta n.835
RUSSO – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali – Premesso che:
la “Ribolla gialla” è un vino bianco friulano, ottenuto dalla pressatura morbida e leggera delle uve del vitigno autoctono, noto e apprezzato sin dal XII secolo;
la sua produzione è oggi limitata alle zone dei Colli orientali, che si estendono nella provincia di Udine e nella zona del Collio, situata a nord di Gorizia, poco prima del confine con la Slovenia;
si tratta di un vino delicato e leggero, fresco e caratteristico, che ha ottenuto il riconoscimento a marchio DOC (denominazione di origine controllata) nel 1990;
nell’apposito disciplinare di produzione, viene precisato che la denominazione di origine controllata “Collio goriziano” o “Collio” è riservata ai vini bianchi e rossi rispondenti ai requisiti stabiliti nello stesso disciplinare, ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti aventi, in ambito aziendale, almeno l’85 per cento dei corrispettivi vitigni;
ai sensi del disciplinare, le uve destinate alla produzione dei vini a denominazione di origine controllata “Collio goriziano” o “Collio” devono essere prodotte nelle zone comprese nei territori dei comuni di Gorizia, Mossa, San Lorenzo Isontino, Farra d’Isonzo, Capriva del Friuli, Cormòns, Dolegna del Collio e San Floriano del Collio;
le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione devono essere quelle tradizionali della zona di produzione, di giacitura collinare e, comunque, atte a conferire alle uve ed ai vini le specifiche caratteristiche di qualità;
le operazioni di vinificazione e di eventuale invecchiamento obbligatorio previsto per le tipologie “riserva” devono essere effettuate all’interno della stessa zona di produzione;
considerato che:
è stata recentemente avviata in Sicilia, in via sperimentale, la spumantizzazione della Ribolla gialla;
a quanto consta all’interrogante, al fine di aggirare le norme del disciplinare che vietano la coltivazione della Ribolla in aree diverse da quelle goriziane, alcuni produttori hanno piantato barbatelle di Ribolla in Sicilia;
la diffusione della notizia ha allarmato gli imprenditori dell’area goriziana, che temono che i viticoltori siciliani tentino di dimostrare che il vitigno abbia una buona resa anche nell’isola al fine di chiedere, in un prossimo futuro, l’iscrizione della Ribolla nel novero delle varietà consentite,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia informato di tali fatti;
quali iniziative intenda intraprendere al fine di tutelare la produzione del “Collio goriziano” o “Collio” DOC;
se non ritenga, in particolare, di dover valutare l’ipotesi di aggiungere una menzione tradizionale al nome del vitigno oppure promuovere la creazione di una DOC transfrontaliera, insieme a Croazia e Slovenia, che ne consenta la produzione solo nelle zone citate.
(4-07613)