MESSINA – LE STRAORDINARIE OPERE DI CARAVAGGIO AL MUSEO REGIONALE
Finalmente il 9 Dicembre 2016 si sono aperte le porte del nuovo plesso museale in viale della Libertà . Lunghe battaglie, anni di rinvii. La città vanta oggi uno spazio adeguato alla ricchezza e multidisciplinarietà del patrimonio museale. Caravaggio, durante il suo soggiorno in Sicilia ha lasciato anche e soprattutto a Messina le sue tracce. Un motivo in più per visitare il Museo e puntare alla sua promozione. Qui sono custodite opere e testimonianze artistiche e culturali di vari autori, protagonisti dell’arte italiana in vari secoli e discipline, tra cui appunto Michelangelo Merisi, meglio conosciuto come Caravaggio. Il Museo Regionale rappresenta una tappa importante in un ipotetico itinerario turistico e culturale per scoprire la Città, tanto da aver attirato già, in pochi mesi, migliaia di visitatori e turisti.
Siracusa, Messina e Palermo sono le tre città siciliane a possedere le grandi tele dipinte da Caravaggio. Il suo approdo a Messina si pensa sia avvenuto, con molta probabilità, dopo il breve soggiorno siracusano durato circa due mesi, dai primi di ottobre a dicembre del 1608. Purtroppo molte opere sono andate perdute. A Messina è possibile ammirare due importanti opere rimaste incolumi dopo il terremoto del 1908. Una delle due opere rimasti incolumi è l’ adorazione dei pastori. Al centro della rappresentazione la Vergine stesa a terra, in una posizione molto umile che ricorda iconograficamente delle movenze tipiche della tradizione bizantina. L’ambiente richiama l’essenzialità della nascita del Salvatore. Un capanno diroccato, spoglio. Si intravedono gli umili strumenti da lavoro di Giuseppe, una sacca con del pane. Vengono portati alla luce il tema dell’umiltà, della povertà evangelica. Maria tiene stretto il suo bambino. L’amore materno viene sprigionato in un caldo abbraccio. Davanti Maria, in uno sguardo ammirevole puntato al Bambin Gesù, stanno San Giuseppe e i pastori disposti in maniera da formare una croce, mentre sullo sfondo il bue e l’asino fungono quasi da quinta insieme alla mangiatoia. Un’altra importante e commovente tela del Caravaggio che possiamo ammirare al museo regionale di Messina è la Resurrezione del Lazzaro. Quest’opera è stata commissionata da un mercante genovese, Giovanni Battista De’ Lazzari. Si cela dietro una storia molto controversa. Pare che inizialmente fosse stato commissionato un dipinto raffigurante la Madonna con San Giovanni Battista. Diversi sono gli aneddoti che spiegherebbero come mai il soggetto non fu quello commissionato. Caravaggio decise di rappresentare in tutta la sua drammaticità il momento in cui Lazzaro viene trasportato al cimitero dove avverrà il miracolo. La resurrezione di Lazzaro presenta una serie di elementi di grande efficacia drammatica, sia per l’alto indice realistico che per il peso espressivo e la ricchezza dei significati, che sono stati oggetto di approfondite interpretazioni di ordine iconografico, iconologico, religioso, sociale e psicologico. Spicca un forte senso di disperazione, sofferenza. Il fondo è scuro. Sul terreno le ossa sparse. Il corpo di Lazzaro in penombra è ancora gonfio e rigido. Le braccia si allargano quasi a formare una croce. Caravaggio è riuscito in quest’opera appartenente al suo ultimo periodo ad esprimere con massima intensità tutta la drammaticità del momento. Sicuramente queste due opere del Caravaggio,di inestimabile importanza, costituiscono motivo di orgoglio per la città di Messina. E’ importante ad oggi promuovere la cultura, incentivare la conoscenza di beni unici al mondo. Portare in auge il patrimonio museale è sicuramente un obiettivo cardine per lo sviluppo e l’evoluzione di una città che in questi ultimi anni sembra arrancare, da qui anche il nostro piccolo contributo:raccontare la città e i suoi tesori.