FRANCAVILLA SICILIA – C’era una volta la polis greca….crollata la struttura metallica che doveva proteggerla
Un disastro. Un patrimonio archeologico a rischio. E Adesso? Chissà. Completamente crollata la struttura metallica e la copertura in pannelli di plastica che proteggevano l’area archeologica di epoca greca. alle spalle di Palazzo Cagnone. Un crollo avvenuto nelle scorse settimane a causa del maltempo e della neve: la struttura metallica tubolare, ormai arrugginita da tempo non ha retto. Probabilmente danneggiati pure i sottostanti reperti e resti di antiche mura sottostanti. Un crollo quasi annunziato considerato che era evidente da tempo lo stato di precarietà di quella struttura ormai arrugginita , che doveva essere provvisoria ma rimasta li un ventennio. A suo tempo fu costruita durante le prime campagne di scavi….. mai ultimati a quanto sembra, tanto che l’area non è stata mai fruibile per i turisti. Eppure li pare ci siano i resti di una vera e propria città greca, questo sostengono gli storici e studiosi, ma è ovvio che di questa “polis” rimane solo una limitata parte stante il fatto che il boom edilizio degli anni a cavallo degli anni ’70 e ’80 probabilmente hanno già cancellato e distrutto parte di questo insediamento. L’area archeologica in oggetto non è stata mai fruibile dai turisti e visitatori, perché i lavori di recupero e valorizzazione non sono stati mai completati e rendere così fruibile l’importante sito nel frattempo accorpato alla tutela del Parco Archeologico di Naxos. C’è rabbia ed incredulità in un contesto che aspira a far parte del patrimonio Unesco e di un parco archeologico. La struttura metallica si è accasciata su se stessa, sembra bombardata dall’alto. “ C’è stato già un sopralluogo dei tecnici, abbiamo sollecitato ed interessato gli enti preposti, speriamo venga trovata una soluzione e venga adottato qualche provvedimento” – dice il sindaco Lino Monea durante un recente incontro con la cittadinanza proprio per sollecitare una maggiore consapevolezza del patrimonio storico monumentale locale. Attraverso i social network e alcune riunioni delle scorse settimane numerosi cittadini rilanciano la necessità di un intervento definitivo per salvaguardare e valorizzare, rendendola fruibile, l’area archeologica in oggetto. La paura è che la carenza di fondi specifici alla Regione lasci eternamente inaccessibile gli scavi e quel patrimonio, già rimasti nell’indifferenza per decenni, ciò malgrado esperti e storici confermano che li sorgesse un importante insediamento di epoca greca, così come attestano i numerosi reperti in parte recuperati e custoditi presso il vicino Antiquarium. paradossalmente il tutto avviene in un periodo in cui associazioni, studiosi, amministrazione locale, hanno riacceso l’attenzione e l’interesse verso il patrimonio storico architettonico locale, tanto che sono diversi gli incontri tenutisi negli ultimi mesi. Per troppo tempo c’è stata forse indifferenza, vanificando in parte ciò che era stato molti anni fa l’impegno di associazioni come Italia Nostra o di quelle amministrazioni ed istituzioni che avevano cercato di salvaguardare ciò che restava di quella città greca in piena Valle Alcantara. Adesso l’Sos è lanciato : Soprintendenza e Parco Archeologico di Naxos (..Regione Siciliana, ndr) dovranno intervenire in modo definitivo e tempestivo. Che senso ha ipotizzare il territorio come sito Unesco se il patrimonio archeologico non viene tutelato e valorizzato, questo vale anche per l’area archeologica di Giardini Naxos, i cui reperti spesso restano nascosti da sterpaglie ed incuria .