Vinitaly 2017 – La Sicilia protagonista con oltre 150 aziende
La Sicilia presente in forza a Verona. Anche quest’anno la Sicilia ha i suoi spazi e le sue cantine al Padiglione 2. Tante le aziende partecipanti, oltre agli eventi organizzati e presentati presso lo spazio istituzionale “Palcoscenico Sicilia” allestito dall’Assessorato Regionale Agricoltura e dall’Irvo. Diversi gli eventi previsti in questi giorni , consultabili al link : http://wineinsicily.com/wp-content/uploads/2017/04/vinitaly2017_eventiSicilia.pdf.
Secondo i dati ufficiali dovrebbero essere 152 le aziende siciliane partecipanti, sopratutto provenienti dalle province di Catania e Trapani. Sono 80 le aziende aderenti al Consorzio di tutela vini Doc Sicilia che partecipano al Vinitaly. Una doc sempre più importante nel panorama vinicolo italiano. Una crescita costante della Doc Sicilia con il ruolo di “trascinatore” delle Doc territoriali siciliane. Nonostante la sua giovane età (è nata nel 2012) scala ancora la classifica delle Doc per volumi di imbottigliamento fino a diventare tra le più grandi Denominazioni italiane. Anche la zona etnea ed il catanese è presente all’importante evento con diverse iniziative e aziende vitivinicole : le migliori etichette nate in questi anni nel territorio catanese sono accompagnate a Verona dalla Camera di Commercio di Catania , il quattordicesimo anno di fila, ossia quella del mix di presentazioni, degustazioni e supporto organizzativo, alle piccole imprese che producono nel nostro territorio uno dei vini italiani più pregiati: l’Etna doc. Diverse comunque le cantine siciliane che stanno partecipando anche in forma autonoma. “Fino a una decina di anni fa il settore vitivinicolo siciliano era caratterizzato da appena un centinaio di cantine sociali che ammassavano uva per tagliare i vini prodotti altrove. Adesso contiamo su record di export con circa 800 cantine che imbottigliano ed esportano, e circa 60 cantine sociali che a loro volta si sono aperte alle nuove esigenze del mercato”. L’ha detto l’assessore regionale Antonello Cracolici durante il confronto con lo scrittore Gaetano Savatteri, sul tema: “E’ ancora la Sicilia di una volta?”, che si è svolto ieri nella giornata inaugurale del Vinitaly. Pochi minuti prima del confronto il commissario europeo Phil Hogan ha incontrato Cracolici al padiglione Sicilia, e il presidente dell’Unione italiana vini Antonio Rallo. Le degustazioni su Marsala e Grillo, promosse da “Palcoscenico Sicilia”, lo spazio promosso dall’assessorato Agricoltura, hanno registrato il sold out. In mattinata sono state premiate le start up del vino e dell’olio. le iniziative della prima giornata si sono chiuse con la presentazione della rivista Atmosphere, il periodico di Meridiana che ha realizzato uno speciale sulla Sicilia. “Il nostro settore agroalimentare da due anni registra tassi crescita a due cifre, e il vino guida questo trend di sviluppo straordinario. Questo dato dimostra che la nostra terra sta cambiando davvero, con buona pace dei pregiudizi e di coloro che la vorrebbero ancora prigioniera del passato. La Sicilia va governata sapendo dire anche dei no. Abbiamo impostato la nuova programmazione comunitaria ribaltando la vecchie dinamiche dello scorrimento e dei contributi a pioggia – continua Cracolici -. Verranno finanziate le aziende capaci di fare qualità e di stare sul mercato. Chi saprà aggregarsi riceverà più risorse. Il bando della misura 4.1 sugli investimenti si chiuderà domani. Finora sono state presentate più di 2000 richieste di finanziamento, a fronte di 1.200 domande presentate nell’ambito dello stesso bando nella vecchia programmazione. Dobbiamo uccidere il ‘gattopardo’ per liberare le ali del nostro sviluppo a dare pieno sfogo alle nostre vere potenzialità”.
«Vinitaly ha segnato l’agenda di governo sull’agricoltura del Paese e continuerà a farlo. E come avevo fatto in passato proprio qui, da dove insieme ai vertici di Veronafiere e al mondo agricolo e del vino ci ponemmo il tema del Testo Unico del Vino, della dematerializzazione dei registri digitali, del piano sull’internazionalizzazione e dell’agenda digitale, oggi mi prendo l’impegno, annunciando che entro la fine di luglio avremo la prima bozza del testo del Codice agricolo unico». Così annuncia il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, inaugurando Vinitaly 2017, alla presenza del presidente di Veronafiere Maurizio Danese, del commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale Phil Hogan, del sindaco di Verona Flavio Tosi, del presidente della Provincia di Verona Antonio Pastorello, del presidente della Regione Luca Zaia e del presidente di ICEAgenzia Michele Scannavini e Robert Yang, presidente e ad di 1919, il più grande operatore cinese della distribuzione online e offline in Cina. Vinitaly si conferma così un appuntamento che va oltre la manifestazione fieristica, che pure è la prima al mondo per superficie espositiva e numero di visitatori, per essere uno dei momenti in cui si discute del futuro del vino e dell’agricoltura in ottica europea (ieri a OperaWine si sono celebrati i 60 anni dell’Europa Unita e la presenza del commissario Ue Hogan anche oggi va letta in questa direzione), di internazionalizzazione dei mercati, di innovazione e di crescita della qualità. Sarebbe la 51ª edizione per Vinitaly, ma Veronafiere la considera, come spiega il presidente Danese, «l’edizione 50+1; per noi, infatti, questo è il primo dei prossimi 50, durante i quali vogliamo progettare il nuovo inizio, quindi i futuri cinquant’anni». Il salone si svolge in contemporanea a Sol&Agrifood, manifestazione sull’olio extravergine di oliva e l’agroalimentare di qualità (che sarà inaugurata domani dal ministro Maurizio Martina, dal presidente del Fooi David Granieri, dal direttore generale di ICE-Agenzia Piergiorgio Borgogelli, e dal presidente di Veronafiere Maurizio Danese alle ore 11 al Padiglione C – Sala Polifunzionale) e a Enolitech, rassegna sulle tecnologie per cantina e frantoio. La sfida è quella dell’internazionalizzazione, dell’innovazione e della Digital Trasformation. «Abbiamo inventato una fiera e dei servizi che sono stati unici al mondo – prosegue Danese -. Già nel 1998 siamo andati in Cina e nel 2001 negli Stati Uniti, per promuovere il vino italiano e creare una rete di contatti. E abbiamo realizzato rapporti che nel tempo ci hanno permesso di portare un numero di buyer sempre più importante a Verona da entrambi questi mercati». Il filo conduttore rimane la qualità, anche per la Politica agricola comune (Pac) post-2020, sulla quale nelle scorse settimane si è aperto il dialogo fra i Paesi comunitari. «Ho avuto modo di parlare con il ministro Martina – dice il commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan – e sulla Pac continueremo a porre la qualità del cibo e del vino al centro delle politiche future».
Vinitaly ha anche l’obiettivo di formare esperti che, di fatto, rappresentano una comunità di ambasciatori del vino made in Italy. E questo grazie a Vinitaly International Academy e a format originali come OperaWine, Wine2Wine, Enolitech, Vinitaly&TheCity, Vinitaly Wine Club, 5 star Wines “The Book”, Sol & Agrifood. «Il risultato è un modello originale di fiera basato su tre dimensioni: internazionalizzazione, formazione,innovazione – specifica Danese -. Elementi determinanti per assecondare il trend di crescita del vino italiano sui mercati internazionali». Solo nel 2016, come ricorda il presidente di ICE-Agenzia, Michele Scannavini, «le esportazioni hanno raggiunto i 5,6 miliardi di euro, con un incremento del 4,4% sul 2015». Quest’anno, gli obiettivi principali dell’internazionalizzazione si concentrano su Stati Uniti e Cina, nell’ambito comunque di un incoming che nel 2016 ha visto a Vinitaly la presenza di buyer da 140 Paesi. All’inaugurazione i produttori incassano una promessa da Robert Yang, presidente e ad di 1919: «Puntiamo a raggiungere grazie al commercio online e offline almeno 500 milioni di renmimbi per il vino italiano, con non meno di 2 milioni di bottiglie vendute, delle quali almeno un milione di vino di alta gamma». Nel 2016 Vinitaly aveva accreditato 50mila buyer esteri e quest’anno, grazie all’attività di incoming condotta insieme a ICE-Agenzia c’è stato un incremento sensibile di nuovi operatori esteri, per la prima volta presenti al Salone internazionale del vino e dei distillati di Verona. Vinitaly, Sol&Agrifood e Enolitech quest’anno vedono la presenza di 4.768 aziende. Vinitaly, da solo, conta 4.272 espositori da 30 Paesi, con un incremento del 4% sull’anno precedente e una crescente importanza di presenze estere.