LINGUAGLOSSA – Festa per la Salsiccia al Ceppo diventata presidio Slow Food
MICHELE LA ROSA – La sua istituzione risale a pochi mesi fa ma la presentazione ufficiale avverrà domenica. Nel frattempo però la notizia è circolata con grande enfasi sulla stampa nazionale regalando ulteriore visibilità alla nota località dell’Etna Nord. Così sarà una grande festa attorno alla tradizione e al sapore della Salsiccia al Ceppo, divenuta il 51° presidio Slow Food della Sicilia. Domenica 20 marzo alle 15.30, presso la sala comunale verrà presentata ufficialmente la Salsiccia al Ceppo, ultimo nato tra i Presidi Slow Food della Sicilia: carne di maiale lavorata con sale, pepe e semi di finocchietto selvatico su di un grosso ceppo di quercia.Una tradizione che si ripete da tempo e che grazie all’adesione, al momento, di 3 operatori del settore, si può fregiare adesso della tutela di Presidio Slow Food. Un obiettivo raggiunto grazie anche e sopratutto alla determinazione dell’attuale amministrazione comunale.
La città si prepara a celebrare l’insaccato principe del versante nord dell’Etna che, oltre a diffonderne il nome in Italia ed all’estero, è divenuto senza dubbio un ulteriore e forte elemento di attrazione per i turisti amanti dell’enogastronomia . Una festa in grande stile dove è prevista pure la partecipazione del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
«Per noi è un grande orgoglio presentare ufficialmente il presidio e poterlo fare alla presenza del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Ci tengo a sottolineare – dichiara Salvatore Puglisi, sindaco di Linguaglossa – che questo è uno dei pochi progetti che è stato finanziato integralmente da un Ente pubblico, il comune di Linguaglossa che si è interessato a far sì che la tradizione dei maestri macellai diventasse con Slow Food qualcosa di “eterno e internazionale”. Non a caso la presentazione avverrà nel palazzo comunale proprio per significare la forza del progetto. La salsiccia fa parte della storia della nostra comunità, e riguarda cultura, economia, famiglie intere. La gente si è innamorata prima del prodotto e poi del paese e adesso, finalmente, raccogliamo i frutti di questo lavoro e siamo sicuri di averlo affidato nelle mani migliori, quelle di Slow Food che con un disciplinare saprà tutelarlo nel modo migliore».
«Questo riconoscimento è merito di un’intera zona che da sempre ha lavorato affinché l’antica tradizione della Salsiccia al Ceppo fosse riconosciuta come presidio- racconta Riccardo Randello, referente dei presidi per la condotta Slow Food Catania – già da tempo era stata inserita nell’Arca del Gusto (registro dedicato alle tipicità a rischio estinzione) e oggi, grazie all’impegno dei tre produttori: Luciano Pennisi, Anhony Russo e Gianluca Arcidiacono, abbiamo iniziato un percorso che siamo sicuri diventerà ancora più ambizioso nel tempo».
«Quando nasce un nuovo presidio è una vittoria per tutti – fa eco Anastasia De Luca, fiduciaria della condotta Slow Food Catania – non solo per i produttori, ma per l’intera filiera che gravita intorno. La salsiccia al ceppo, così chiamata per la sua particolare lavorazione, ancora indissolubilmente legata ai metodi tradizionali, è il frutto di una comunità che si mobilita nel nome del buono, pulito e giusto, attenta al benessere degli animali, lavorando con allevamenti non intensivi, e alle tradizioni simbolo del nostro territorio. Come dire senza storia non ci sarebbe futuro e siamo felici di poter contribuire a scrivere un capitolo di storia del nostro territorio».
La particolarità e il nome derivano dal fatto che la salsiccia viene “tritata” dal partituri (un coltello locale simile a un’accetta) su un ceppo di quercia, tipico di questa zona etnea. Ogni ricetta è un mix di cinque tagli del maiale: coscia, pancetta, guanciale, lardo e capocollo, impastati a mano e conditi con sale, pepe nero e semi di finocchietto selvatico raccolto sull’Etna.
Certo è che il presidio così istituito sta funzionando in termini di comunicazione contribuendo complessivamente alla valorizzazione di questa tipica produzione che è tipica anche di altre macellerie, di altri operatori del settore che non hanno sottoscritto il disciplinare di produzione ma che certamente vantano esperienza e professionalità grazie ad un a tradizione qui ormai consolidata.