Il limone dell’Etna Igp è realtà
Michele La Rosa – Il “limone dell’Etna” potrebbe essere la chiave di svolta nell’agricoltura etnea, così come successo con i vini e la Doc dell’Etna. Interi agrumeti per anni abbandonati che adesso potrebbero tornare a produrre ricchezza per una vasta zona che comprende i comuni di Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Mascali, Piedimonte Etneo, Riposto, Santa Venerina, San Gregorio di Catania, Valverde, Zafferana Etnea. L’iter,iniziato nel 2014, supera l’ultimo passaggio nella fase istruttoria per il riconoscimento nella categoria Igp e si prepara per l’iscrizione all’albo dell’Unione europea. La certificazione Igp del limone dell’Etna conta circa 2.000 ettari coltivati nella zona, ottenuta la certificazione può partire la commercializzazione del prodotto, inserendolo in alcune importanti catene, e produrre azioni mirate volte alla promozione commerciale del prodotto e del territorio. Adesso si dovranno attendere 30 giorni per la pubblicazione del disciplinare di produzione nella Gazzetta Ufficiale e circa sei mesi per iscrivere il prodotto nell’albo comunitario.
Alla riunione di martedì ad Acireale, dove è stato presentato il disciplinare dell’Igp in oggetto, erano presenti, l’assessore regionale alle Politiche agricole Edi Bandiera, il direttore regionale Carmelo Frittitta, l’ex assessore Antonello Cracolici, il sindaco di Acireale Stefano Alì, i sindaci di alcuni comuni, Renato Maugeri, presidente dell’associazione “Limone dell’Etna”. A questo punto è importante anche crederci a fare associazionismo affinchè l’Igp possa veramente decollare e formulare anche una adeguata campagna di marketing per rilanciare uno dei prodotti simbolo della riviera ionico-etnea, con tutta la filiera annessa.