LINGUAGLOSSA – Istituti etnei in sciopero a Catania
Michele La Rosa – Venerdì 22 febbraio nella città etnea si sono dati appuntamento migliaia di studenti per partecipare alla manifestazione nazionale per protestare contro alcune scelte del Governo Nazionale. La mobilitazione vede partecipare una trentina di istituti scolastici provenienti pure dalla provincia, come Linguaglossa, Giarre, Riposto, ecc. ” Ci stiamo mobilitando in tutta la provincia ma anche nel resto della Sicilia ci saranno altre manifestazioni” – ci dice Clarissa Caputo, studentessa del “liceo scientifico e linguistico “Michele Amari” di Linguaglossa” e che qui funge da portavoce del comitato provinciale studentesco (nella foto di copertina un gruppo di studenti dell’Istituto già mobilitato per domani). Il corteo della manifestazione partirà da Piazza Roma di Catania alle ore 9.00. In queste settimane diverse le assemblee e le riunioni tra i vari comitati degli studenti per organizzare la giornata di protesta che in Sicilia si svolgerà pure a Palermo e Siracusa. “Tagli miliardari all’istruzione e un esame di maturità stravolto, ancora crolli nelle scuole e nessun cambiamento rispetto al passato. Il tempo per l’indifferenza è scaduto, è ora di mobilitarci e scendere in piazza! Il 22 febbraio costruiamo in tutta Italia manifestazioni per rispondere agli attacchi del governo e rivendicare una scuola diversa.” – affermano in coro nel comitato di protesta provinciale. Ma ecco qui il documento che sintetizza le motivazioni del giorno di protesta studentesca:
1) NUOVA MATURITÀ: BOCCIATA!
La riforma dell’esame di maturità danneggia la scuola, gli studenti e gli
insegnanti. Annunciate con pochi mesi di preavviso, le novità sull’Esame di
Stato trasformano noi studenti in cavie e spingono gli insegnanti a modificare
i programmi in fretta per non arrivare impreparati. Una corsa contro il tempo
per un esame svuotato di contenuti e comprensione critica, che non rappresenta
i programmi studiati e le nostre capacità. Questa riforma, voluta dal governo
Renzi nella Buona Scuola, è un enorme passo indietro per la nostra formazione e
trascina la scuola nel baratro del nozionismo. Non vogliamo subire in silenzio
l’ennesimo attacco alla scuola pubblica: chiediamo il ritiro immediato della
nuova maturità!
2) BASTA TAGLI ALL’ISTRUZIONE
Il governo Lega – Cinque Stelle con la manovra 2019 ha previsto tagli
all’istruzione per 4 miliardi di euro. Altro che cambiamento! Ancora una volta
si taglia sulla scuola per obbedire all’Unione Europea, come avviene ormai da
decenni con la complicità di tutti i governi di centrodestra e centrosinistra.
Intanto l’Italia è al 152° posto su 157 al mondo per la spesa pubblica
destinata all’educazione, con un abbandono scolastico al 14% in aumento e
costi altissimi per le famiglie che lavorano. Il risultato è una scuola in
ginocchio, sostenuta dai contributi “volontari” e sempre più classista.
Mobilitiamoci per chiedere la cancellazione dei tagli e un’inversione di rotta
totale. La scuola deve essere gratuita e lo Stato deve garantire a tutti il
diritto allo studio, senza barriere economiche!
3) LE SCUOLE SICURE SONO QUELLE CHE NON
CROLLANO
La condizione degli edifici scolastici è disastrosa. Ogni giorno si registrano
crolli e basta qualche giorno di maltempo per mettere in crisi le strutture, a
discapito della nostra sicurezza e della continuità didattica. Gli edifici non
a norma restano migliaia, specialmente nelle periferie e nei quartieri
popolari. Come se non bastasse i materiali, le palestre e i laboratori sono
spesso assenti o non attrezzati adeguatamente. Di fronte a questa emergenza il
ministro Salvini con il piano “Scuole Sicure” stanzia 2,5 milioni per
installare nuove telecamere e aumentare i controlli di polizia tra gli studenti.
Il risultato è una scuola che continua a crollare, sotto il peso dei tagli
voluti dai governi e un clima repressivo utile soltanto alla propaganda di
governo. Chiediamo un piano straordinario di finanziamento dell’edilizia
scolastica, per la messa in sicurezza reale di tutte le strutture.
4) IL GOVERNO È NEMICO DEGLI STUDENTI:
SCENDIAMO IN PIAZZA!
Sono bastati pochi mesi a gettare la maschera. Il “governo del cambiamento” che
parlava di abolizione della Buona Scuola ha proseguito sulla strada dei suoi predecessori,
adottando tutti i disastri della riforma, dall’alternanza scuola-lavoro ai
“presidi-manager”. La repressione degli studenti che protestano per i loro
problemi reali è l’unica forma di confronto che questo governo vuole
utilizzare, denunciando chi alza la testa. Con la propaganda razzista
sull’immigrazione provano a dividerci fomentando una guerra tra poveri per
coprire le loro responsabilità politiche, ma questo gioco con noi non funziona.
La colpa della della condizione che viviamo è delle politiche europee e delle
misure antipopolari, non dei nostri compagni di banco immigrati con cui
condividiamo le difficoltà fin da piccoli. Il nemico è il governo che con le
sue politiche sta trascinando la scuola sempre più in basso a suon di tagli sui
fondi e la didattica. Il tempo per l’indifferenza è scaduto, è ora di scendere
in piazza in tutta Italia per respingere le manovre folli, difendere i nostri
diritti e lottare per una scuola diversa!