22 Novembre 2024

FRANCAVILLA SICILIA – Caos scuola : I genitori chiedono garanzie, tra proteste e comunicati stampa

MICHELE LA ROSA – Nel comune alcantarino c’è tensione, amarezza, perplessità, un mix di sentimenti che avvolgono il problema della chiusura del plesso scolastico di via Napoli che ospitava la scuola primaria. La soluzione, forse l’unica al momento, di proseguire l’attività didattica nell’immobile di piazza Pirandello, sede della scuola secondaria di primo grado, non convince tutti i genitori, ma sopratutto non garantisce quel diritto allo studio e quel percorso didattico necessario agli alunni stabilito dalle norme e preteso dalle famiglie. Non soddisfa neanche i docenti. In queste ore siamo contattati da tutti: genitori, docenti, cittadini, forze politiche. Domani, sabato 23 febbraio ci sarà una manifestazione pubblica nel tentativo di individuare nuove soluzioni: ma quali? Anche qui, apprendiamo dai social network c’è un clima difficile, tra prese di posizioni, proclami, precisazioni, ecc. Il caso Francavilla sembra destinato a prolungarsi nel tempo, qui non è questione di settimane o mesi, c’è il futuro dell’intera popolazione scolastica per i prossimi anni. Il problema non è se fare lezioni pomeridiane o meno, è più complesso. Intanto c’è già chi chiede le dimissioni di alcuni politici e amministratori che avrebbero causato col loro modo di fare questa situazione. Nel frattempo è iniziata la condivisione del plesso scolastico di piazza Pirandello con i disagi del caso, con i dubbi e le incertezze di riuscire a garantire la chiusura dell’anno scolastico con regolarità. L’amministrazione comunale ha intanto diffuso un avviso-bando per reperire un immobile da affittare che possa ospitare gli uffici e la segreteria amministrativa per la scuola primaria. Proprio stamattina abbiamo ricevuto un comunicato stampa a firma di un gruppo di genitori, che riportiamo integralmente per evitare tagli e interpretazioni diverse rispetto al contenuto originario:

“Siamo un gruppo di genitori, padri e madri di alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado, coscienti e quindi preoccupati della imminente situazione che si prospetta per i nostri figli. Il 31/01/’19 con un’ordinanza sindacale che per motivi ovvi non possiamo mettere in discussione, anzi dobbiamo subire silenziosamente, ci viene notificato che l’edificio scolastico sede della primaria è stato chiuso perché ritenuto poco sicuro per i piccoli “abitanti” quotidiani. Fiumi di parole e di polemiche sono seguite a quella imposizione dall’alto, gli utenti si sono divisi con atteggiamenti diversi: da un lato chi scrive un semplice “grazie” per la notizia accettando supinamente lo stato delle cose, da un altro ancora chi si scaglia contro un provvedimento adottato senza provvedere a delle verifiche più serie e di concerto con Enti preposti e autorevoli. Poi ci sono dei genitori che hanno preso atto del provvedimento, hanno aspettato le soluzioni prospettate, stanno mandando a scuola i propri figli credendo negli sforzi fatti da un dirigente scolastico che cerca di garantire il diritto allo studio degli alunni tutti e cerca di ottenere il massimo in materia di sicurezza.

Quei genitori che hanno pazientato abbastanza, che non sono stati interpellati dalle parti in causa se non per “dare comunicazioni” sulle decisioni adottate, adesso pretendono delle risposte da chi è deputato a darle.

Ci era stato assicurato, con la ripresa provvisoria delle lezioni, che i bambini avrebbero avuto solo due settimane di scuola pomeridiana, in attesa della fine dei lavori ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcun comunicato ufficiale sul ritorno a regime del tempo scuola, conseguente alla fine dei lavori.

Le lezioni sono riprese a singhiozzo per garantire il diritto allo studio degli alunni, tuttavia la scuola primaria sta subendo un orario provvisorio che non  garantisce le 40 ore settimanali (e non pretendiamo tanto!), ma fino ad oggi a causa del ritardo dell’andamento dei lavori, i nostri figli hanno frequentato la scuola per 12 ore settimanali in media.

Per ragioni di sicurezza un edifico è stato reso inutilizzabile, ma non accettiamo che i nostri figli siano stipati d’ora in poi in aule troppo anguste per trascorrevi 8 ore al giorno.

Oltre agli spazi per la didattica, bambini di quella fascia d’età necessitano di spazi “vivibili” per relazioni sociali di qualità, ricordando che una buona organizzazione degli spazi garantisce anche un buon apprendimento.

Una scuola deve essere prima di tutto sicura ma la sicurezza delle strutture deve essere complementare alla fruibilità degli spazi in cui si svolgono le lezioni. Noi temiamo che i nostri figli, a lavori ultimati, frequenteranno una struttura con una forma più vicina ad un parcheggio che ad una scuola, dove  l’unica cosa prevista è la distanza tra un banco e l’altro, una sedia e l’altra, come fossero automezzi, dove le aule saranno degli “stalli” che al posto di persone avranno “volumi umani”! 

Ci chiediamo: bambini che devono vivere un ambiente, rispettandolo, avranno garantite tutte le norme di igiene, di sicurezza degli spazi sia interni che esterni dell’edificio?

            Siamo contrari alla situazione di “mescolanza” che si prospetta con la compresenza dei due ordini di scuola e la riduzione drastica degli spazi in seguito ai lavori di adeguamento  per affrontare “l’emergenza”.

Dopo più di venti giorni ci chiediamo: quanto durerà lo stato di emergenza? Vista la relazione del RSPP dell’Istituto non “dovrebbe protrarsi per più di un anno solare”, ma ad oggi nessuno ci comunica il contrario e, viste le alternative, temiamo che gli anni solari saranno più di uno!

Firma :Associazione spontanea di genitori”

Fin qui un gruppo di genitori, domani vedremo durante la manifestazione cosa succederà, visto che sono stati invitati pure i politici oltre che tutti i cittadini.