SICILIA – Aziende vitivinicole “snobbano” legge sull’enoturismo,solo 5 finora hanno presentato la SCIA. In provincia di Catania nessuno fa enoturismo?

Michele La Rosa – I dati fanno riflettere. Sembrano paradossali, inizialmente errati, o chissà cosa. Ma non è così, basta consultare il sito della Regione siciliana al link ENOTURISMO IN SICILIA | Regione Siciliana.
Eppure sull’Etna, ad esempio, dappertutto si registra aria di enoturismo tra degustazioni, visite in cantina e nei vigneti, eventi vari, ecc. Tutti parlano di enoturismo, eppure i dati ufficializzati dalla stessa Regione, attestano che qualcosa non torna per il verso giusto. Le aziende vitivinicole che hanno presentato regolare SCIA ai comuni e alla stessa Regione sono solamente 5 riferite a gennaio 2025. In Sicilia le cantine insomma “snobbano” la legge sull’enoturismo…. malgrado ovunque, nelle nove province, ci sono costantemente aziende vitivinicole che pubblicizzano eventi ed attività riconducibili all’enoturismo. In tutta l’isola, in base ai dati ufficiali della Regione Siciliana pubblicati qualche settimana fa, ci sono solamente 5 aziende vitivinicole che hanno presentato la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) ai rispettivi comuni di ubicazione e agli uffici regionali. Il tutto a fronte di almeno 500 aziende vitivinicole dove buona parte di queste fanno regolarmente attività enoturistiche. Come risulta dall’elenco ufficiale aggiornato al 31 gennaio 2025 a firma del dirigente generale Dario Cartabellotta, le cantine che svolgono enoturismo sono così ripartite: 1 provincia di Agrigento ;1 Messina; 1 Palermo; 1 Ragusa; 1 Trapani. Sull’Etna, dove ci sono ormai oltre 200 cantine che imbottigliano vini, non risulta censita nessuna azienda vitivinicola, ma svolgono, quasi tutte, attività enoturistiche, come degustazioni in cantina, eventi, visite guidate nei vigneti, ristorazione, pernottamenti. Eppure sull’Etna molte di queste cantine hanno allestito dei wine resort, piccoli musei, organizzano tour guidati nelle cantine e nei vigneti, rassegne di arte e cultura, eventi musicali, degustazioni di prodotti tipici abbinati ai vini, ecc. Abbiamo chiesto chiarimenti alla Regione, dove ci chiariscono alcuni aspetti di questa situazione paradossale. Alcuni anni fa l’Assessore regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Luca Sammartino, con il D.A. n. 29 /GAB del 09 giugno 2023 aveva ritenuto di dover disciplinare questo comparto allineandosi con la normativa statale, con particolare riferimento a quanto previsto dal decreto ministeriale 12 marzo 2019. Successivamente il Dirigente Generale, Dario Cartabellotta con il decreto n. 452 del 12/02/2024 dava seguito alle disposizioni citate adottando lo schema di Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) per l’esercizio dell’attività di Enoturismo. Disposizioni che di fatto non prevedono sanzioni, ma così strutturata la norma serve solo a identificare le attività enoturistiche e non ad “autorizzarle”, dove però sostanzialmente sono già autorizzate da altre normative (vedi somministrazione di alimenti, eventi, allestimento strutture ricettive, previsione di parcheggi, ecc.) “In genere sono le aziende che trasmettono la SCIA all’Assessorato dell’agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, Dipartimento dell’agricoltura, Servizio 3, ma i controlli sono di competenza dei Comuni”, ci scrive Onofrio Maria Mastrangelo dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura rispondendo ai nostri quesiti, e sempre dalla Regione : “Si tratta di una legge alla prima applicazione, di fatto le aziende vitivinicole esercitano attività riconducibili all’enoturismo perché munite di autorizzazione da altre normative, ma ovvio che la legge sull’enoturismo è preziosa in quanto ha lo scopo di “identificare” quelle che regolarmente svolgono anche attività di enoturismo prevedendo quegli standard minimi ed iniziative connesse.” – ci dice Marco Mascellino dell’Ufficio di Gabinetto dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura. Sarebbe auspicabile, come formula sanzionatoria, non concedere più finanziamenti per attività enoturistiche a quelle aziende vitivinicole che non presenteranno la SCIA nel rispetto della normativa vigente, sostengono alcuni. Quell’elenco regionale con solamente 5 aziende vitivinicole che hanno dichiarato di svolgere enoturismo fa riflettere veramente a fronte di un’isola che si sta scommettendo sull’enogastronomia.