Le t-shirt, non solo moda: un modo per comunicare
La contestazione sessantottina, caratterizzata da mobilitazione, rivoluzione, libertà e musica ribelle, torna alla ribalta. Il 2017 è nuovamente senza barriere e la moda si fa portavoce di una rivoluzione interiore e sociale: parla, dice, urla! Ci si veste come più piace e non importa il giudizio. Il rock si mixa al romantico, le sneakers si sposano con la gonna di tulle, le t-shirt bianche esprimono pensieri, chili di perle e strass si posano ovunque. E’ la rivoluzione, lo dice chiaro DIOR che porta in passerella una spring/summer collection poliedrica. Lo slogan prediletto di questo defilé? “We should all be feminists”, un femminismo che prepotentemente si fa strada nella società nata uomo. Temi come parità di genere e femminicidio diventano sostanziali e hanno bisogno di esasperazione per essere davvero compresi. Anche Moschino fa parlare le sue creazioni, per lui “Couture is an attitude”, l’alta moda, e quindi l’arte e la bellezza interiore, è un atteggiamento, perché non serve avere un abito mozzafiato per essere splendide, va benissimo anche una semplice t-shirt bianca e un cuore grande. Attivismo in passerella altresì per Versace, la cui collezione parla di uguaglianza e coraggio, o ancora per Prada, Missoni e Stella McCartney, tutti marchi diretti da donne che, attraverso la creatività e il loro ruolo professionale, hanno saputo esprimere l’etica, l’estetica, la femminilità e il femminismo dell’universo rosa. Un mood che, a cavallo tra anni ’60 e ’70, nasce con Labyris Books, la prima libreria femminista di New York, le cui proprietarie decisero di indossare una divisa di lavoro con il famoso slogan, “The Future is Female”. Jane Lurie e Marizel Rios chiesero a Liza Cowan – fotografa agli esordi che realizzava bottoni con sopra frasi femministe – di fabbricare bottoni con il motto della libreria. Dall’America all’Europa il trend spopola e arriva in Sicilia, dove, è bello ricordarlo, il brand “Siculamente” parla al mondo con le sue t-shirt; a proposito di donne e di parità di genere: “A robba c’è, ma è mala spattuta”!