4 Maggio 2024

LAVORARE DA CASA? PER OLTRE TRE SICILIANI SU QUATTRO (84%) FA BENE ALLA SALUTE

Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l’84% degli abitanti della Sicilia, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile – riduce lo stress (37%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (29%) e permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (18%). È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1 , che ha indagato la percezione dei siciliani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro. L’attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di un abitante della Sicilia su tre (34%), è la postura. Seguono lo stress (30%), con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale e la sedentarietà (18%), mentre solo il 9% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista. In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un’attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (40%), seguito dall’eventualità di cadute e infortuni (28%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (15%). Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un marchigiano su due (51%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (34%) e dalla scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore (31%). Per un ulteriore 26%, invece, la ragione risiede nell’inadeguatezza dell’ambiente di lavoro. L’azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I siciliani hanno le hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (52%), una polizza sanitaria (42%), ma anche la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (22%) e incontri con uno psicologo del lavoro (12%) . In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve garantire il rispetto delle normative (66%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (62%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (28%). “Questa nuova ricerca del nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla terza edizione, – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo – ha delineato un quadro preciso delle percezioni e delle preoccupazioni degli italiani sui fattori e i modi in cui l’attività lavorativa può condizionare la salute individuale. Una risposta efficace a questi temi e a questi bisogni arriva dal welfare, in cui Reale Mutua ha una grande esperienza. Da sempre mettiamo a disposizione sia dei singoli sia delle imprese per i loro dipendenti numerose soluzioni per la tutela della salute e del benessere, come prestazioni mediche, visite e check up clinici, anche a scopo preventivo, e un’ampia gamma di benefit per la cura del wellness e la soddisfazione dei lavoratori.”