16 Settembre 2024

Guardie Mediche in Sicilia. La Regione chiede chiarimenti alle ASP

SCHIFANI RENATO

Un quadro completo delle criticità delle guardie mediche e proposte per superarle nell’immediato. È la richiesta avanzata dall’assessorato della Salute alle Aziende sanitarie provinciali in vista di un generale ammodernamento tecnologico e gestionale grazie ai fondi disponibili del Pr Fesr 2021-2027.

Nella nota firmata dal dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino, viene chiesto ai direttori generali delle Asp di fornire una relazione sulle modalità di gestione delle guardie mediche, sulle risorse tecniche e sul personale impiegati. Allo stesso tempo viene chiesto di indicare attività e provvedimenti concreti che le aziende sanitarie intendono adottare per superare le situazioni più critiche, anche attraverso risorse aggiuntive regionali. Tutte le iniziative dovranno essere in linea con le azioni previste dal Pr Fesr 2021-2027. I fondi europei a disposizione, non solo per le guardie mediche ma per il potenziamento della complessiva assistenza territoriale, ammontano a 70 milioni di euro. Il relativo bando verrà pubblicato a settembre per acquisire le proposte delle aziende sanitarie e, conseguentemente, verranno approvati e finanziati gli interventi che saranno ritenuti coerenti con la programmazione regionale.

«Prosegue il percorso avviato dal mio governo per migliorare l’assistenza nei confronti dei cittadini – dichiara il presidente della Regione, Renato Schifani –. Non possiamo accettare che in un sistema sanitario strutturato la medicina territoriale presente nei Comuni siciliani possa trasformarsi, in alcuni casi, in medicina di frontiera. Come già accade con la commissione per i pronto soccorso e con il piano per l’abbattimento delle liste d’attesa, anche sulla continuità assistenziale sto seguendo da vicino l’operato dei manager».

Data l’importanza del tema e la necessità di intervenire tempestivamente, il dipartimento per la Pianificazione strategica ha chiesto ai direttori generali delle Asp di presentare le relazioni sulla situazione delle guardie mediche entro il prossimo 2 settembre.

«Alcune criticità strutturali e organizzative della continuità assistenziale e più in generale della medicina di prossimità – dichiara il direttore generale Iacolino – sono ben note a questo dipartimento e al governo regionale, che sta lavorando intensamente per migliorare la rete assistenziale territoriale. Per questo, in accordo con l’assessore Volo, stiamo portando avanti, con il coinvolgimento delle Asp, un percorso unitario di riorganizzazione delle guardie mediche in vista del futuro inserimento di queste strutture, grazie ai progetti del Pnrr, all’interno delle case di comunità. Si tratta di un’azione parallela a quelle avviate su altri fronti, come il piano regionale sull’abbattimento delle liste d’attesa e i ricordati progetti relativi al Pnrr, su cui faremo il punto con i direttori generali delle Asp, per le azioni ulteriori da intraprendere, in un incontro convocato per il 2 settembre».

I problemi nelle guardie mediche,oggi chiamate Continuità Assistenziale, sono risaputi già da anni: ci sono pochi medici e non sempre le strutture che le ospitano sono adeguate. Soprattutto in coincidenza di alcune festività alcuni presidi rimangono chiusi per mancanza di medici disponibili.E la Regione lo sa, così come anche le Asp, che in quasi tutti i presidi di Guardia medica ci sono pochi titolari e molti medici con incarichi provvisori di pochi mesi, con chiamate in servizio all’ultima ora, cioè qualche giorno prima che scade il contratto agli incaricati sostituti. Nelle Guardie mediche arrivano medici che già svolgono altre attività o stanno seguendo ancora dei corsi di specializzazione, e di fatto spesso da località lontane, per cui spesso rinunciano anche ad accettare incarichi provvisori di pochi mesi.

Al provvedimento della Regione giusto nella sostanza dovranno seguire provvedimenti immediati e concreti, non basta “censire” le criticità, vanno riformulati i modi e i tempi per gli incarichi, puntando soprattutto a dare incarichi definitivi e non incarichi a tempo determinato, inoltre vanno ridefiniti i ruoli e competenze tra i presidi territoriali sanitari, cioè tra medici di base, guardie mediche, Pte, Ppi, ecc. Le Case di Comunità paventate qui in Sicilia ,  altrove, leggi Nord Italia,non hanno dato i risultati sperati, pertanto c’è da riflettere su questa ipotesi, molti sindaci e Asp hanno difatti individuato molte di queste future strutture con scelte opinabili, probabilmente solo per intercettare i fiumi di finanziamenti che si intravedono all’orizzonte,ipotizzando recuperi di vecchi edifici e inventando servizi che sulla carta funzionano ma nella pratica quotidiana probabilmente non funzioneranno,premesso che resta il problema di reperire il personale medico necessario.