10 Maggio 2024

ACIREALE – Il caso Santa Maria La Scala. Il M5S rilancia le accuse contro l’Amministrazione comunale

Municipio_di_AcirealeDopo la nostra circoscritta e documentata denuncia sui lavori-scempio di riqualificazione del borgo marinaro di Santa Maria la Scala, abbiamo assistito a reazioni a dir poco scomposte da parte dell’amministrazione acese, dei gruppi consiliari di maggioranza, e del capo indiscusso della compagine di maggioranza, nonché Sindaco ombra, Nicola D’Agostino.
Nel tentativo di delegittimare quanto da noi denunciato sono stati assunti toni d’insulto, dandoci così la definitiva conferma di aver toccato un nervo scoperto. C’è anche da dire che, al di là della polemica che ne è scaturita, dal 13 di maggio in poi chiunque si recherà a Santa Maria la Scala non potrà che confrontare quanto da noi affermato sui lavori di riqualificazione con quanto invece è stato affermato da  D’Agostino e la giunta facendosi un’idea chiara su dove stia la verità. Perché a fronte di un finanziamento comunitario di 877.355 € i pessimi risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Un’occasione di rilancio del territorio tristemente mancata.

Sindaco, assessore e onorevole, senza il dovuto approfondimento, sono comunque passati al contrattacco definendo bugie quanto da noi evidenziato, limitandosi a commentare, nel tentativo di smentire alcuni dei fatti, tra l’altro tra i meno significativi da noi denunciati, e gettando fumo negli occhi dei cittadini invece di entrare nel merito della questione. Ad ogni modo, nonostante la nostra relazione sia disponibile sul nostro sito per chiunque voglia farsi un’idea completa sui fatti di Santa Maria la scala, è venuto il momento di ribattere punto per punto a quanto affermato dalla giunta e dall’onorevole.

  1. “Affermano che il comune abbia speso 7000 euro per 10 cestini affermando una falsità. La spesa ammonta a circa 4 mila euro comprensiva della installazione, omettendo di dire che il prezzario non è stabilito dal comune, bensì è individuabile in apposito elenco regionale”
  2. Per i cestini porta rifiuti, l’amministrazione e l’onorevole sembrano avere le idee molto confuse. Infatti non è assolutamente vero che il prezzo dei cestini vien fuori da un’apposita voce del prezzario regionale delle Opere Pubbliche e ciò perché nel prezzario la voce “Cestini Portarifiuti” semplicemente non esiste. Il prezzo dei cestini da installare viene inserito il 10 novembre 2015 con il Verbale di Concordamento dei nuovi prezzi n. 3 dalla Direzione Lavori, incaricata dall’amministrazione, in accordo con la Ditta, che introduce la voce di prezzo NP 69 relativa a “Fornitura e posa in opera di cestino portarifiuti con posacenere tipo “IDEA-EcoBelly SLIM-50″ o similare…”.Stabilisce anche il prezzo di questa nuova voce in 726,56 € cadauno non venendo richiamata alcuna voce del prezzario regionale a riprova del fatto che questa voce non esista. È cosa ovvia infine che il prezzo riportato dalla direzione lavori sia al lordo del ribasso d’asta. Ma non sono costati 315 euro, infatti alla fine della fiera il costo per la posa dei cestini e la fornitura si aggirano intorno alle 510 euro considerato il ribasso e l’iva.
    Chi è il bugiardo?

2.“Insinuano che l’amministrazione abbia realizzato lavori nella casa di proprietà di un consigliere comunale (guardandosi bene dal farne il nome) omettendo di dire che il consigliere comunale all’epoca dei fatti era solo un comune cittadino (stiamo parlando del 2012), che ha partecipato insieme ad altri cittadini ad un bando richiesto dalla regione siciliana, la quale assegnava maggiori punteggi ai comuni che realizzavano le facciate dei borghi oggetto di benefici finanziari”

2.1. Ancora una volta idee molto confuse. Innanzitutto i proprietari delle case interessati dal rifacimento delle facciate non hanno partecipato a nessun “Bando regionale”, ma molto semplicemente, l’amministrazione Garozzo nel 2011 pubblicò attraverso i canali istituzionali dell’ente un avviso, in vista della presentazione della domanda d’aiuto alla Regione, che comunicava a tutti i proprietari di immobili del borgo marinaro di manifestare il proprio interesse all’effettuazione del rifacimento delle facciate delle rispettive abitazioni. Cosa, quest’ultima, che avrebbe avuto l’effetto di veder riconosciuto un maggior punteggio al progetto inviato dal Comune.

Non sappiamo, dalle carte a nostra disposizione, se si stilò una graduatoria dei proprietari che avevano manifestato interesse e quali criteri siano stati utilizzati per la scelta degli immobili. Sappiamo solamente che la possibilità di manifestare il proprio interesse era limitato a soli 4 giorni e che alcuni immobili sono stati riqualificati ed altri no, generando così un antiestetico effetto a macchia di leopardo vecchio/nuovo.

2.2. Riguardo invece all’aspetto, peraltro poco interessante, dell’immobile della consigliera, l’amministrazione acese risulta per l’ennesima volta poco informata. Infatti, l’individuazione degli immobili privati sui quali intervenire per il rifacimento delle facciate avviene, a seguito, come detto, della manifestazione di interesse dei proprietari nel 2011, in sede di progettazione esecutiva. Il progetto esecutivo viene approvato nel 2013, quando la consigliera non è stata ancora eletta, ma si badi bene, l’immobile non è nell’elenco dei diciassette immobili privati allegato al progetto esecutivo.

Quando viene allora inserito l’immobile? Viene inserito quando la giunta Barbagallo approva la variante del progetto esecutivo (perizia di variante) e cioè il 6 ottobre 2015 con delibera di Giunta n. 112. Tra gli allegati compare un nuovo elenco stavolta composto da 15 immobili con 9 nuovi immobili. Alla fine dell’esecuzione dei lavori solo 10 sono stati eseguiti di cui 4 dell’elenco del progetto esecutivo (Garozzo) e 6 dell’elenco della variante di progetto esecutivo (Barbagallo). Si chiede di avere chiarezza fosse anche come dovuta forma di rispetto per i residenti che avevano fatto domanda e che vorrebbero solo capire perché alcuni non hanno potuto ricevere questo beneficio e altri inseriti dopo, la maggioranza, sì. Niente di illegale per carità.
Chi è il bugiardo?

  1. Insinuano spese esorbitanti per le piante, scelte con l’ausilio della sovrintendenza e dell’ordine degli agronomi, facendo riferimento a misure che a differenza di quanto affermano si riferiscono ai vasi e non ai tronchi”.
  2. Non possiamo non notare tristemente che ancora quanto affermato dall’amministrazione è alquanto confuso. Con il Verbale concordamento nuovi prezzi n. 2 alla voce NP. 23, (NP acronimo di Nuovo Prezzo), viene stabilita la: Fornitura e messa a dimora di specie arborea con zolla, secondo le specifiche e le direttive impartite dalla D.LL., di altezza non inferiore a 3.00 m e calibro del tronco, misurato ad 1.00 m da terra, non inferiore a 22 cm, compreso lo scavo, la preparazione del terreno, il riporto di terreno vegetale, l’impianto dell’albero, la fornitura di 20 l di ammendante per mq e la bagnatura con 20 l di acqua al mq. Specie arboree previste: Tamarix gallica o Lagunaria paterson o Albizia julibrissin o Cercis siliquastrum. Costo singolo albero: € 953,76
    Come si può facilmente leggere si parla di calibro del tronco ad un metro da terra fissato in almeno 22 centimetri,come fa il sindaco ad affermare che invece siano i vasi a dover avere il calibro (sostanzialmente il diametro) ad un metro da terra, non inferiore a 22 cm?
    Da notare che nessun albero delle specie suindicate è stato impiantato, ma al loro posto sono stati impiantati degli alberi di specie non previste, nello specifico alloro, di altezza tra 2,20 e 2,40 metri e di circonferenza tra 8 e 10 cm (costo al vivaio €.120,00) che però vengono liquidate per la stessa cifra delle più costose specie arboree previste in progetto, per un totale di €.18.121,44, ovviamente al lordo del ribasso d’asta. Pagate infine, considerando il detto ribasso e l’IVA, circa 710 €.
    Chi è il bugiardo?
  3. Certo, possiamo anche rammaricarci di qualche dettaglio, parlo dell’ossidazione della ringhiera, ma abbiamo già predisposto l’invio di un campione in laboratorio per verificare la certificazione dell’acciaio”

    Ipse Dixit. Rasenta il ridicolo l’ardita affermazione dell’assessore ai Lavori pubblici (lo stesso assessore che ha tenuto chiusa la villa per quasi due anni e che ancora ne tiene chiusa una parte con transenne a noleggio) che ha predisposto l’invio di un campione in laboratorio (a spese di chi? Ai fini di un’eventuale contestazione alla ditta?) per verificare la certificazione dell’acciaio. Cosa c’è da verificare dopo che la direzione dei lavori ha accettato e comunicato per iscritto, la fornitura e posa in opera di acciaio INOX tipo AISI 304, quello per pentole e servizi di posate, invece del tipo AISI 316 adatto agli ambienti interessati da salsedine? Inoltre i tubolari della ringhiera sono serigrafati riportando le specifiche del materiale usato. A questo punto c’è da chiedersi se l’Assessore abbia mai messo piede nel cantiere o meno.
    Chi è il bugiardo?

Tralasciamo altri aspetti perché davvero non sono meritori di risposta ed invitiamo la cittadinanza tutta, così come suggerito da Nicola D’Agostino e dalla giunta, ad andare a verificare di persona la fattura e la “qualità” dei lavori di riqualificazione di Santa Maria la Scala e farsi una idea di chi realmente dica le bugie.